mercoledì 5 settembre 2007

Soto i buschi

Rento ‘nte la so cuna dorme Comarolo
e intorno tanti buschi che vien vanti
come ‘na cuerta trata sora ai prai e ai campi
fati dai antichi Pasturi del Tirolo

Ghi né creséste tante de generasión
laorando quela tera benedeta,
quela che me ga rincurà da picoleta
a vardarla dèso me vien dòso on magon…

Par secoli la ga dà sostentamento,
corajo par vivre e anca par morire,
speransa de tornare par chi dovéa partire…
quanta storia che ‘sta tera la tien rento!!

Quela vita de ‘na volta xè finìa
cusita bela ma anca tanto dura
co le raìxe impiantàe so la natura…
I buschi la gà propio sepelìa


Maria Teresa Pezzin de Comarolo
Settembre 2007
(Guardando ora il mio “paeseto”, mi rendo conto di quanta storia sta per essere inesorabilmente inghiottita dal manto dei boschi, un velo sopra tante generazioni e vite di uomini e animali)
Note: la S in grassetto si pronuncia marcata ma non doppia
la X si pronuncia come esse dolce

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara mamma,
mi piace molto questa poesia anche se dal tono un pò nostalgico. Penso che in parte sia vero ciò che hai scritto, condivido il fatto che lo stile di vita della maggior parte delle persone di oggi non è più così scandito dalla forte presenza della natura e dei suoi ritmi stagionali. Anzi, la mia impressione è che si tenda sempre più a voler domare questi ritmi, a volerli gestire e quasi annullare con una serie di azioni che poco e male rispettano la sua presenza prevaricandola e sfruttandola. Ma forse non è andato tutto perso ciò che tu/voi avete vissuto, in noi figli perlomeno credo che un pò di questo contatto sia rimasto e rimarrà e forse questo ne è il lato positivo!
con affetto
Silvia

peter georg ha detto...

tutte le poesie della MARIA TERESA
( detta anche affettuosamente SBESOLETA)termine coniato dal pupa'
o nonno MINO, sono nostalgiche
anche xche' ci ricordano un periodo
della nostra infanzia che come si dice : si stava meglio quando si stava peggio o no?
to fradeleto.